Reflusso gastrico

La malattia da reflusso gastroesofageo oggi è molto diffusa ed è una situazione che può essere migliorata da un corretto comportamento alimentare. Si tratta di una condizione in cui il reflusso gastroesofageo provoca sintomi o complicanze, dati dalla risalita di acido dallo stomaco.

 

 

 

 

 

 

 

La sua incidenza è elevata nella popolazione generale, stimata fino a un terzo delle persone in tutto il mondo. Spesso è associato a ernia iatale.

Il reflusso gastroesofageo si verifica normalmente nei bambini, è spesso fisiologico, raggiunge picchi a 4 mesi di età e tende a risolversi nel tempo. Il rigurgito è il sintomo più frequente.

Dopo diagnosi medica, questo tipo di problema può essere risolto utilizzando latti a formulazione più  “densa”, ritardando la posizione sdraiata dopo l’assunzione del latte o ancora inclinando il materasso in modo da ridurne meccanicamente la risalita.

A differenza dei neonati dove la sintomatologia tende a risolversi con la maturità delle strutture corporee, nell’adulto invece il reflusso è spesso patologico. Il tono del cardias dipende da fattori neurali, ormonali e paracrini che mantengono una contrazione intrinseca, facendo in modo che esso sia normalmente contratto per evitare il reflusso e si rilassi durante il passaggio del cibo.
Alcuni alimenti per le sostanze in essi contenuti, l’ingestione di troppo cibo che porta a maggiore dilatazione e quindi pressione dello stomaco o ancora la formazione di gas, sono tutti fattori che possono favorire questa condizione.

Anche la genetica e l’obesità sembrano essere fattori predisponenti.

I sintomi principi sono la pirosi retrosternale (bruciore) e il rigurgito acido.

Sintomi extraesofagei comprendono tosse cronica, asma / respiro sibilante, mal di gola, sensazione di “groppo alla gola”, difficoltà a deglutire, raucedine cronica, laringite cronica, mal d’orecchi e danni ai denti (dovuti alla risalita dell’acido dallo stomaco). In letteratura viene anche citato il dolore toracico; il dolore toracico di origine esofagea imita il dolore toracico cardiaco / ischemico, dal quale può essere clinicamente indistinguibile e può essere difficile differenziare la diagnosi tra dolore toracico correlato al reflusso e ischemico senza approfondimenti. Anche i disturbi motori dell’esofago possono causare dolore simile al dolore cardiaco, ma attraverso meccanismi diversi da quelli che producono dolore da reflusso gastroesofageo.
Il medico di riferimento per la corretta diagnosi è il gastroenterologo.

L’esercizio fisico intenso, soprattutto se eseguito dopo i pasti, può portare a sintomo da reflusso.

Spesso il reflusso colpisce anche le donne in gravidanza (tra il 40% e l’85% delle donne). Gli studi affermano che probabilmente è da imputare all’aumento del progesterone che causa il rilassamento dello sfintere esofageo inferiore (cardias). La gravidanza può far emergere nuovi sintomi da reflusso o peggiorare una condizione già esistente. L’insorgenza vi verifica più frequentemente attorno alla fine del primo trimestre e dura per il resto della gestazione, spesso peggiorando con l’età gestazionale. I sintomi di solito si risolvono dopo il parto. Altro fattore che può incrementare la sintomatologia è data dall’aumento di dimensione dell’utero e dalla pressione maggiore che si riversa sullo stomaco.

 

Aspetti nutrizionali: cibi da evitare

In linea generale la nutrizione può essere un buon alleato per chi soffre di questa patologia.

Alcuni alimenti sono controindicati perché, grazie ad alcune sostanze chimiche in essi contenute, tendono a far rilassare, e quindi ad aprire, lo sfintere esofageo inferiore (cardias), valvola posta alla fine dell’esofago.

Per es. cioccolato, menta, aglio, cipolla, liquirizia, caffè possono favorire la risalita del cibo dallo stomaco.

Il caffè come il tè e il cioccolato stimolano inoltre la secrezione gastrica e peggiorano il reflusso per via della caffeina e teobromina contenute.

Il pomodoro crudo è da evitare, quello cotto tendenzialmente è ben tollerato. Il meccanismo per cui il pomodoro crudo fa male, come gli agrumi, è dato dall’irritazione acida di una mucosa già infiammata. È un meccanismo diverso da quello degli altri cibi che favoriscono invece l’apertura dello sfintere. In cottura invece l’acidità del pomodoro diminuisce, aggiungendo il vantaggio che il licopene, antiossidante contenuto nel pomodoro, risulta più attivo e biodisponibile nel pomodoro cotto rispetto a quello crudo. Quindi esiste un doppio vantaggio nel consumare il pomodoro cotto.

Il cioccolato per via delle sostanze nervine contenute ha un effetto inibitorio sullo sfintere, favorendo in suo rilascio e quindi l’apertura. Non c’è molta differenza fra cioccolato al latte o fondente. Andrebbe evitato o limitato, anche se negli individui può variare la soglia di tollerabilità.

Le gomme da masticare, anch’esse possono essere fonte della sintomatologia. A ogni deglutizione lo sfintere si apre; le cicche aumentano la formazione di saliva e quindi la deglutizione, favorendo così il problema.

Latte (scremato o parzialmente scremato) e latticini possono essere mangiati da chi soffre di reflusso, anche se lo yogurt essendo più acido può creare disturbo.

Cibi che aiutano a contrastare il reflusso in realtà non ci sono.

A colazione possono essere ben tollerati latte con ficchi d’avena e delle mandorle. Frutta come mela o ciliegie.

A pranzo evitiamo i soffritti. Peperoni, aglio e cipolla, spezie sono alimenti che possono dare fastidio. Consumarli con prudenza.

I cereali a pranzo sono solitamente indicati.

Il pesce azzurro (sardine, sgombri, ecc.) in chi soffre di reflusso può essere mal tollerato essendo molto grasso.

Discorso analogo anche per i cibi ad alto contenuto di grassi i quali impiegando maggiore tempo per essere digeriti rimanendo per un tempo più lungo nello stomaco.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La cena è preferibile che sia leggera e che passino almeno 2 o 3 ore prima di andare a letto.

Corrette abitudini nutrizionali in queste circostanze possono fare la differenza in termini di qualità della vita e sintomatologia nel reflusso gastroesofageo:

Frazionare l’alimentazione, 5 pasti al giorno.
Evitare i pasti abbondanti che favoriscono l’apertura del cardias.
Non mangiare di notte o poco prima di coricarsi.
Masticare a lungo e lentamente.
Non fare sforzi subito dopo i pasti.
Ridurre il sovrappeso.
Non portare cinture o abiti troppo stretti.
Correggere la stitichezza.
Sollevare un po’ la testata del letto, almeno 15 cm.
Mangiare poco e spesso ha un effetto meccanico in quanto i cibi assorbono l’acido dello stomaco.

Bicarbonato e la magnesia venivano usati un tempo per contrastare l’ulcera, ma sul reflusso non hanno molta efficacia. L’alginato fa da effetto barriera impedendo la risalita dell’acido.

 

Cibi da evitare:

Pomodoro crudo

Agrumi (acidi)

Vino e alcol

Cibi fritti (es. Patatine)

Caffè, tè

Menta

Liquirizia

Cioccolato

Bevande gassate

Pizza

Cibi grassi (Burro, margarina)

Gomme americane (cicche)

Evitare il fumo di sigaretta

Rimedi naturali come la malva ad esempio possono aiutare; la tisana grazie alle mucillaggini presenti protegge le mucose dall’acido.

Dott. Stefano Carrara, biologo nutrizionista

www.isoladelbenesserecarrara.it

 

 

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